E' il tempo dei morti viventi. L'incredibile successo di "The Walking
Dead" ha portato alla nascita di una serie di telefilm, per dirla
arcaicamente, che sfruttano il filone.
Tra queste si è rivelata
molto meglio del previsto Izombie, tratta da un fumetto Vertigo, e
scritta da Rob Thomas, celebre per Veronica Mars, accurata fusione di
procedurale e sentimentale.
E proprio sentimentale e procedurale sono due degli ingredienti oltre alla questione dei morti viventi.
Uno zombie, se si nutre quotidianamente di cervello, non è diverso da
un essere umano normale, anzi. Diventa una specie di supereroe, combatte
molto meglio, ha lampi di memoria di colui che ha fornito il cibo. Solo
una fame prolungata lo trasforma in quella ameba affamata diventata
famosa grazie ai film di Romero e al telefilm tratto dal fumetto di
Kirkman.
Accettate queste regole la serie è molto gradevole.
Liv, laureata in medicina, in procinto di sposarsi, va a una festa e la
sua vita viene ribaltata. Una droga di nuovo tipo trasforma le persone
in zombie e la protagonista si risveglia dentro un sacco per cadaveri
guardando le sue mani che mostrano una pelle di un bianco lattiginoso.
Invece di impazzire la protagonista, mettendo alla prova la nostra
sospensione della incredulità, è abile nel trovare un nuovo status quo,
lascia il fidanzato, annuncia una svolta emo, lascia l'ospedale e va a
lavorare in obitorio agli ordini del simpatico nerd barbuto Ravi che
subito si mette all'opera per creare un vaccino; nutrendosi dei cervelli
delle vittime aiuta le indagini del rampante detective Babineaux che ha
l'ingrato compito di ignorare ogni indizio sulla zombificazione della
ragazza.
Durante i casi di puntata che caratterizzano i primi
episodi emerge la figura del cattivo della prima stagione, Blaine, il
ragazzo che ha zombificato Liv; che ha la produttiva idea di zombificare
persone abbienti e vendergli poi cervelli e non solo e mettendo su una
produttiva macelleria dal meraviglioso nome di "Carne Carina" che usa i
senzatetto e i ragazzi sbandati facilmente fatti sparire nel lato oscuro
di Seattle, lo scenario in cui si svolgono le vicende.
Emergerà poi un nuovo cattivo, il proprietario di una specie di Red Bull che ha la zombificazione tra gli effetti collaterali.
La prima serie, 13 episodi di 45 minuti, è disponibile su Netflix.
Perchè vederla? Perchè lo zombie è il nostro doppio, rappresenta l'uomo
massa che si piega alla sua ferinità, e anche in questa era social
cercare di mantenere una propria etica nonostante tutto. Il lato gore e
fetish provocato dal latente cannibalismo e dall'interazione tra i
personaggi non fa che rendere disturbante la visione senza farcene
allontanare.
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